Brilla. Quella strana voglia di scintillio delle 11.39 di mattina, nel bel mezzo della Guerra dei Trent'anni.
Che se c'è una cosa che proprio non dovrei fare è lasciarmi distrarre dai brillantini visto che martedì ho un esame. L'ultimo, finalmente, della sessione estiva, che ho scoperto uccide anche i migliori.
Ma torniamo allo scintillio. Quello di Sex and the City, quello di un top di paillettes argentate ma anche di una gonna champagne, quello di uno smalto, di un diamante (che si sa è per sempre, e anche non dovesse essere, lui da lì non si muove).
Di un raggio di sole che spunta dalla cupola di nuvole e afa, della chiamata di un'amica, di una risata fatta con la testa e con il cuore- soprattutto.
Di una collana, di una spilla da mettere sul blazer nero.
Di un pensiero.
Quella voglia di scintillio "vorrei ma non posso" perché ancora non hai preso coraggio o la consapevolezza che di te ce n'è una sola, e se ti viene voglia di indossare paillettes alle otto di mattina non c'è niente e nessuno che possa impedirtelo.
Quindi questo scintillio diventa una sorta di filosofia di vita, di way of life o joie de vivre.
E allora brilla. Perché è giovedì e il fine settimana lo riesci a vedere, lì, a un solo giorno di distanza, come la terraferma dopo mesi di mare. Brilla e divertiti, non dormire, sii la luce in una notte sulla spiaggia, con le scarpe in mano e la vita nel cuore.
Buono scintillio.